Tira aria grama per i vini francesi in Cina. Nonostante i grandi Bordeaux e i Borgogna ancora abbiano la leadership delle vendite, si assiste a una lenta discesa di interesse. Ottima notizia per i produttori italiani che tra pochi giorni al Vinitaly di Verona si apprestano ad accogliere numerosi buyer cinesi.
Quest'anno alle vendite en primeur di Bordeaux si son visti molti meno importatori cinesi ma non solo: gli acquirenti non-francesi – secondo quanto si apprende da Decanter – sono ulteriormente diminuiti. Un négociant interpellato dalla rivista britannica ha ammesso che mentre la Cina rappresentava il 50% delle vendite per l'annata 2010, per il 2013 le stime sono di scendere al 10%.
Trend confermato dai dati doganali cinesi da cui emerge un calo delle importazioni di vini francesi del 31%. Tutto fa presumere che ci siano degli stock piuttosto solidi da diluire. Gli addetti ai lavori puntano il dito contro le nuove norme "anti-corruzione" varate dal governo che hanno posto una barriera ai costosi regali (spesso prestigiose bottiglie) per ammorbidire gli intoppi burocratici.
Ma in definitiva la nuova politica potrà avere un effetto positivo: si creerà un mercato più trasparente e concreto, mentre nel frattempo cresce la consapevolezza e la conoscenza dei consumatori.
E' il momento giusto per operazioni di promozione efficaci per i vini italiani. Meno cari dei cugini d'Oltralpe e quindi più abbordabili per un consumatore medio.