Non sono un’analista finanziaria. Non ho letto il paper di Societé Generale che preannuncia un rafforzato interesse del colosso svizzero verso l’unica vera multinazionale italiana. Di certo Ferrero fa gola a Nestlé e probabilmente da un punto di vista finanziario (e forse anche imprenditoriale) il matrimonio avrebbe senso.
L’unica cosa che so è che Ferrero è un’azienda veramente unica. E la sua unicità e forte identità mal si concilia con l’assorbimento da parte degli svizzeri. Lo so perché ha fatto da sempre parte della mia vita. Mio padre ci ha lavorato per quarant’anni e, come è facile prevedere, in famiglia ci sono decine e decine di aneddoti legati all’azienda. A partire dalle riunioni settimanali ad Alba che terminavano a casa della signora Piera, la mamma di Michele.
Molti (anche Carlo Petrini, e mi è spiaciuto leggerlo) dicono che Giovanni – l’unico erede rimasto dopo la prematura scomparsa di Pietro – è meno legato del fratello alla Langa. E’ vero che Giovanni vive in Belgio da tanti anni. Gli piace scrivere romanzi ed è un intellettuale. Ma non è per questo meno legato alle proprie radici. Non posso dire di conoscerlo, ma lo ricordo quattordicenne in una visita a Londra (dove mio padre lavorava a Ferrero Uk). Ed è il ricordo di una bella persona.