Piemonte alla guida delle regioni vinicole europee

Passaggio di consegne a Epernay. Da ieri la guida delle regioni vinicole d’Europa passa dalla Champagne (al timone negli ultimi 7 anni) al Piemonte. Le aree a vocazione vinicola riunite nell’associazione sono 75. Gli obiettivi restano la difesa delle comunità e dei territori del vino e una forma di tutela della qualità dall’arrembaggio delle attività che spingono solo sul fronte commerciale. Sergio Chiamparino guiderà l’associazione: la sua Regione, intanto, valuta la possibilità di un marchio Piemonte, da mettere in cima all’etichetta, seguito dall’indicazione del vino.

  • Lorenzo |

    Facciamo sempre gli orgogliosi e ci esaltiamo quanto parliamo di vino piemontese, ma prendiamoci solo un momento per andare ad analizzare al dettaglio chi veramente produce vino in Piemonte. Basta fare due passi nelle vigne e nelle cantine per scoprire che ci sono ondate di macedoni, polacchi, rumeni, marocchini e chi ne ha più ne metta, non in regola per gran parte delle dure ore di lavoro durante il giorno. I pochi giovani che cercano di insediarsi in questo ambiente vengono emarginati e messi da parte, ovvio basta essere enologo o sommelier per avere un buon posto sicuro ma forse ci siamo dimenticati cosa significa fare il vino, quali gioie e soddisfazioni portano a produrre un così prezioso bene che traina in gran parte l’economia piemontese da Torino in giù. I nostri amici d’Oltralpe ci insegnano che nelle vigne bisogna tramandare le tradizioni appartenenti alla famiglia, e non rifugiarsi in questi sotterfugi burocratici assumendo incondizionatamente lavoratori stranieri, mentre i titolari si arricchiscono e portano avanti il falso slogan del made in Italy, ringraziamo solo la terra che ci regala questi vini eccezionali, non i produttori vinicoli che per la maggior parte sono portatori di falsi messaggi di orgoglio. Tutto questo è comico, e triste.

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