È fatta. Dopo mesi e mesi di polemiche la Fda americana (Food and Drug Administration) ha dato il via libera al salmone transgenico. È il salmone atlantico a cui sono stati innestati frammenti di Dna di un altro tipo di salmone (del Pacifico), in modo da farlo crescere di più e più rapidamente. Il nuovo pescione sarà allevato dalla Aqua Bounty Technologies Inc. in vasche a terra chiuse. Si venderà negli Usa, ma sarà allevato esclusivamente in Canada e a Panama, chissà perché.
Prima che il salmone Ogm raggiunga il mercato passerà ancora qualche anno: Fda ha dato infatti l’approvazione alla produzione che deve essere ancora avviata. Ma la decisione è storica e può aprire la strada ad altri esperimenti (orate? branzini? o magari polli?).
L’azienda produttrice dice che tutti i salmoni che alleverà saranno femmine sterili e che verranno usate per precauzione vasche a terra proprio per evitare che finiscano accidentalmente in mare. Raggiungeranno le dimensioni del salmone adulto in 16-18 mesi anziché i normali due anni e mezzo.
Sicuramente da un punto di vista economico potrà essere un successo perché arriveranno sul mercato Usa (grande importatore da Norvegia, Canada e Cile) salmoni meno cari.
Non so quali siano le valutazioni che hanno portato al via libera della Fda. Di certo sono una degli 8 italiani su 10 che – secondo un veloce sondaggio condotto da Coldiretti – resta più che perplessa sul biotech nel piatto. C’è da sperare che chi si sta occupando delle trattative sul Ttip non si dimentichi di sollevare la questione in sede di negoziato.