Si fa presto a dire farina. Nell’ultimo decennio anche questo prodotto storicamente “senza pretese” ha avuto un’evoluzione inaspettata, con un salto di qualità inimmaginabile. Farine sempre più performanti, mirate. Materie prime di qualità, certificate e sostenibili, spesso biologiche. Sono cambiati packaging e comunicazione. Le confezioni destinate al consumatore finale hanno acquisito colori e loghi accattivanti. La comunicazione ha smarcato il prodotto da mero ingrediente a materia prima di eccellenza. Questo anche grazie agli enormi passi avanti compiuti da panificatori e pizzaioli. Al grande lavoro sui lieviti che necessitano di farine adeguate.
Sono ormai moltissimi i molini conosciuti anche al consumatore. Molti di questi hanno alle spalle manager super-professionali e strategie di lungo periodo. Pochi possono festeggiare un compleanno rotondo – 100 anni – come Molini Lario, a Como. Con una storia che inizia nella città lacustre il 2 febbraio 1919, quando dal notaio Gaetano Maspero si ritrovano i rappresentanti di 5 famiglie comasche per costituire, con un capitale sociale di Lire 440.00, la Anonima Molini Lario, società destinata a produrre farine ottenute dalla macinazione e miscelazione di grano tenero.
Arrivata alla terza generazione, negli ultimi 10 anni Molini Lario ha definito strategie commerciali volte ad affrancarsi da logiche di volume, ricercando d’attività aree più premianti e tornando al massimo presidio della clientela artigianale, panificatori, pasticceri e pizzaioli. A questo scopo nel 2015 la società ha creato la Accademia Farina di Molini Lario, che si avvale di un centro applicativo e di ricerca e sviluppo per sperimentare nuove farine e metodiche: un centro di formazione e punto di incontro tra
azienda e professionisti.
Nei giorni scorsi il centenario è stato celebrato con una due giorni di festeggiamenti con dipendenti e clienti. E con un nuovo logo, dove compaiono la data di nascita e il luogo di produzione.