Essere dall’altra parte dell’oceano attenua l’effetto della “Rossa”. Che ogni anno smuove le acque, è la più attesa e la più temuta. Quest’anno – ancora una volta svelata nella Food Valley, ma a Piacenza e non a Parma – ha portato tre stelle a Milano. Era ora. Mancavano da più di vent’anni, quando Gualtiero Marchesi emigrò in Franciacorta. Le ha guadagnate Enrico Bartolini, chapeau. Che è ormai il Re Mida della Michelin. Inanella macaron ogni stagione, con passo felpato e ineluttabile. Ne ha in tutto 8. Tre, come detto, nella sua sede naturale, al ristorante che porta il suo nome all’interno del Mudec, il museo delle Culture. Le altre nei vari locali in giro per l’Italia, a Bergamo, in Toscana, in Monferrato e a Venezia. Il Glam, il ristorante di Venezia, ha raddoppiato a due stelle quest’anno. Insomma la Rossa premia quello che è probabilmente l’unico imprenditore italiano dell’alta cucina. Colui in grado di fare sistema, “ingegnerizzare” i processi, ma a livello altissimo. In effetti un talento di cui si avverte ancora troppa latitanza nell’Italia gastronomica.
Per il resto fa notizia la stella tolta a Vissani (con sua grande reazione polemica) e spiace moltissimo quella levata al Pomiroeu di Giancarlo Morelli. Attesissima e quindi quasi scontata (ma non per questo meno meritata) la stella a Condividere, nella Nuvola Lavazza a Torino. Ottima notizia il secondo macaron alla Madernassa di Guarene. Mi sarebbe sembrato altrettanto ottimo e auspicabile che una seconda stella approdasse sul lago di Garda al Lido 84. Speriamo nel prossimo giro…