Una doppietta al primo colpo. Non è da tutti. Ma nessuno si è stupito che Ana ce l’abbia fatta. La donna (prima che cuoca) più tenace, resiliente, energica e acuta dell’alta gastronomia mondiale. Sempre diretta, forte, concentrata. La Michelin, sbarcata per la prima volta in Slovenia, non poteva che prenderne atto. E così è stato. Pum Pum. Due macaron d’emblèe ad Hiša Franko, il ristorante che gestisce con Valter Kramar, esperto di vini quanto di formaggi.
Due stelle meritatissime, naturalmente. Non solo per la qualità, la ricercatezza e la tecnica sopraffina della cucina di Ana Roš. Soprattutto, a parer mio, per quello che ci sta intorno. In primis l’ostinata volontà di questa bionda tutto fuor che esile nell’esaltare il proprio territorio. La sua capacità di tessere relazioni virtuose con i fornitori, fare squadra. L’arte maieutica – il termine non è esagerato – nel far emergere il meglio da produzioni e allevamenti. I tanti consigli, le tirate d’orecchie quando è il caso. Il tutto nell’estrema fluidità di un progetto che progredisce quando tutti progrediscono. Rendere tutto – apparentemente – semplice.
Questo per me è fare la differenza. Alcuni alzano il sopracciglio di fronte a tanta esibita vitalità. In genere sono quelli con il naso nel piatto. A me, è evidente, Ana Roš piace soprattutto oltre il bordo del piatto. Ho apprezzato le sue creazioni, seguito l’evoluzione dell’offerta gastronomica. Ma i ricordi più vividi sono le passeggiate nel bosco con lei a raccogliere erbe, la visita all’allevamento di trote marmorate lungo le acque tumultuose del fiume Soca, l’incontro con gli allevatori (indimenticabile una delle sue amiche del cuore, che la mattina controlla le vacche e il pomeriggio s’infila la collana di perle ed entra nel suo ufficio di direttore della centrale del latte).
E quindi… cento, mille Ana!
Ps: la Michelin ha premiato con una stella un altro pezzo di cuore, Tomaž Kavčič. Viva.