La Guinness invenduta durante il lockdown? Finisce a fertilizzare le coltivazioni di salici e abeti natalizi oppure viene utilizzata nella produzione di bio-gas o nel compostaggio.
L’idea è venuta all’azienda, parte del gruppo Diageo, per sostenere i proprietari di pub colpiti dagli effetti del lockdown. La società ritira la birra invenduta e la indirizza a questo uso alternativo.
“Fondamentalmente – ha spiegato Aidan Crowe, director of operations alla distilleria Guinness di St James’s Gate – ciò che facciamo è riprendere i fusti di birra invenduti, decantare e disperdere il prodotto attraverso una serie di percorsi sostenibili dal punto di vista ambientale”. Tra l’altro l’azienda ritiene che, a lungo termine, il bio-gas possa essere una fonte energetica adatta per il birrificio.
Intanto la produzione a St James’s Gate è ripresa, dopo il forte ridimensionamento tra la fine di marzo e l’inizio di aprile: di solito il birrificio di Dublino produce circa 7,2 milioni di ettolitri all’anno.
A maggio, la British Beer & Pub Association ha stimato che la chiusura dei pub per Coronavirus avrebbe ridotto il consumo di almeno 70 milioni di pinte di birra. I pub inglesi riaprono domani. Nell’Irlanda del Nord hanno riaperto oggi e in Scozia sarà il 13 luglio.