Tornare finalmente a Venezia. Approdare alla Certosa e incontrare il sorriso ironico di Raffaele Alajmo, mangiafuoco da cartoon e delicato anfitrione, come ogni finto burbero che si rispetti.
Colazione, pranzo, aperitivo con i più languidi tramonti lagunari, cena e after dinner alla Hostaria in Certosa. Una proposta a trecentosessanta gradi con il marchio di qualità della casa (tutto quanto ci si aspetta dai fratelli Max&Raf, dalle materie prime eccezionali alla cura del dettaglio) e un’atmosfera rilassata quanto mai agognata in quest’epoca post (?) pandemica.
Il pop up estivo, che naturalmente ha avuto grande successo, resterà aperto fino al 31 ottobre per ripresentarsi la prossima primavera. Il progetto è stato realizzato con Vento di Venezia, l’associazione di Alberto Sonino che da anni si sta occupando della riqualificazione dell’isola. L’offerta gastronomica guarda alle tradizioni locali – dallo scartosso di calamari alla polenta con guazzetto – e completa con piatti golosi come la pepata di cozze, gli spaghetti alle vongole o le linguine con acciughe del cantabrico. In cucina Silvio Giavedoni, collaboratore storico di Max Alajmo, i cocktail portano la firma di Lucas Kelm . Ed è previsto anche il take-away per chi arriva in barca (gestito tramite una piattaforma digitale integrata sul sito Alajmo).
Un esperimento riuscitissimo che impone una riflessione seria a gran parte dell’offerta gastronomica veneziana.