Glam, la Venezia gourmet firmata Bartolini

Un giardino appartato, celato agli occhi indiscreti dei turisti di passaggio. Di fronte il Canal Grande con il Casinò e Palazzo Ca’ Vendramin Calergi. Questa piccola alcova di verde che profuma di magnolia è il cuore di Palazzo Venart, l’antico Palazzo Bacchini delle Palme oggi trasformato in elegante boutique hotel.

È qui che Enrico Bartolini ha trovato la sua dimora veneziana e una nuova manciata di stelle (non che non sia abituato, le stelle lo seguono ad ogni nuova apertura). Il ristorante Glam, di raffinato minimalismo, si affaccia con una lunga vetrata sul giardino. Vi trovano posto solo 8 tavoli.

La cucina è affidata alle mani capaci di Donato Ascani, giovane talentuoso che ridisegna la tradizione gastronomica “popolare” veneziana “in chiave avanguardistica”. 

Equilibrio, sensibilità, il giusto spazio all’irriverenza possono definire la sua cucina godibilissima. Due i menu degustazione: “Arte, orti e laguna” (in 9 passaggi), con piatti che omaggiano la ricchezza degli orti veneziani, e “I classici del Glam” dove la cucina di Ascani si esprime in undici portate “istintive”.

Io ho assaggiato, tra gli altri, uno straordinario cavolo cappuccio con caviale italiano, rafano e uova di quaglia, uno spaghetto tiepido condito con salsa di soia e wasabi, scalogno marinato e gamberetti di laguna crudi e un agnello cotto alla brace con gli immancabili carciofi di Sant’Erasmo. 

Imperdibili le Acquadelle, i piccolissimi pesci di laguna fritti in tre diversi tipi di tempura (nero di seppia, peperone crusco e alloro): un piatto di iconografia pittorica che non sfigurerebbe in una galleria d’arte.

Elogio speciale ai vini scelti da Ottavio Licitra Venditto, in particolare il Gruner Veltriner Schmelz 2019 e l’Icewine 2013 Transilvania Lilac & Gracher.