Tra medicina cinese e tavola vegetale gourmet, il benessere targato Lefay Lago di Garda

È la sostenibilità il vero lusso? Si direbbe di sì. Quando è una scelta etica e non una furbesca operazione di green washing l’impegno emerge, è trasparente. E chi ne beneficia se ne accorge.

Esterno giorno. Lago di Garda. Affollato di turisti ormai indifferenti ai rischi della pandemia. Oltrepassata Gargnano e potendo fare affidamento su un navigatore sensato – non il mio che mi ha condotta a una strettoia impraticabile ai lati di una chiesa arroccata sul monte – si danza su una serie di tornanti prima di raggiungere il viale di ingresso da cui si dipanano sentieri e promettenti vie dei boschi. In cima Lefay Lago di Garda, il primo cinque stelle lusso del lago, perfettamente incastonato nella collina, per ridurre al minimo l’impatto visivo delle costruzioni. Dei resort stellati ha la raffinatezza degli interni – totalmente rivisitati in una recentissima ristrutturazione – e la perfezione accogliente del servizio. Ciò che lo distingue è un impegno serio sulla sostenibilità. È stata la prima struttura turistica del Sud Europa ad ottenere il Green Globe, ed è CO2 free, dal 2013 compensa totalmente le proprie emissioni.

 

Non ha l’aria classica del luogo di remise en forme, pur avendone l’attitudine e il benessere fisico e mentale come centro d’interesse. Un parco naturale di 11 ettari, una Spa di 4300 metri con piscine, saune, grotte e laghetti. Un centro fitness attrezzato come il miglior club cittadino e, da tre mesi, una zona sportiva e Spa riservata agli adulti. 

 

Il resort non ha pretese terapeutiche, non impone digiuni disintossicanti né coltiva aspirazioni spiritualistiche. L’obiettivo è sempre solo il bien-être , attraverso un “metodo” studiato dal comitato scientifico, che intreccia il sapere della medicina classica cinese con la più moderna ricerca scientifica occidentale (e, sorpresa! spesso convergono, come sempre più di frequente ci insegna la fisica teorica).

E poiché il benessere passa per la tavola, particolare attenzione è posta all’offerta gastronomica.

Gramen, in latino erba, è il nome che si è dato il nuovo ristorante gourmet della struttura. Qui lo chef Matteo Maenza, da quasi una decina d’anni ai fornelli del gruppo, propone una cucina che guarda al vegetale e ripudia i latticini, ma accoglie pesce e crostacei. Piatti dai sapori netti, definiti. A volte coraggiosi ma sempre invitanti, perché la creatività non deve andare mai contro il palato. E quindi Gramen è “accogliente”, senza essere ruffiano.

Non c’è un orto del ristorante e questo per me è un bene. Meglio non annunciarlo se non si hanno a disposizione terreni tanto ampi da garantire un serio approvvigionamento: le foto degli chef tra zucchine e pomodori sufficienti a malapena per preparare una cena si limitano ad essere un buon strumento nelle mani dei pierre. 

Qui l’orto non c’è dunque, ma è rigoglioso il Giardino Energetico Terapeutico, da cui proviene la maggior parte delle erbe spontanee utilizzate in cucina: lavanda, ginepro, rosmarino, melissa, eucalipto…

In un gioco di sponda con l’anima salutista del resort il Giardino interpreta i principi della medicina classica cinese: ripercorre le diverse fasi dell’esistenza umana ed è composto da cinque stazioni ricche di simbolismi. 

Due i percorsi degustazione realizzati da Maenza con il resident chef Gianmarco Ninivaggi:

PER AGROS – Dal latino “attraverso i campi”, è composto unicamente da piatti a base vegetale come i Bottoni di carciofi, topinambur e nasturzio oppure gli Asparagi, besciamella di pinoli e salsa verde. Un menù che trae direttamente ispirazione dal Giardino Energetico Terapeutico.

PER AQUAM – Dal latino “attraverso l’acqua”, accompagna piatti vegetali con il pesce tra cui Radici, ostrica, mela verde e finocchietto e Zucchine, taccole, ricciola Hiramasa, tatsoi. Pescato di mare o di lago per esaltare sapori più mediterranei.

La Limonaia è l’altro ristorante, con una proposta che interpreta la tavola come una tappa del percorso di benessere proposto agli ospiti. Regina la dieta mediterranea (Lefay produce anche un olio sul Garda) con alcuni piatti “spa” creati in collaborazione con il comitato scientifico Lefay. Leggermente ipocalorici e iposodici hanno proprietà detossinanti e non infliggono inutili sollecitazioni all’apparato digerente grazie a cotture delicate.