Brunch Republic, la colazione all’inglese si adatta al gusto italiano

Diciamo la verità. Nel paese della tazzina di caffè e via (magari in piedi) non era facile trasportare la cultura del brunch. Prime colazioni fugaci, sbilanciate sul lato dolce… quanti di noi al mattino si cuociono le uova? Eppure, a dispetto della strada in salita, il progetto di Marco Pane, Brunch Republic, viaggia con le ali ai piedi. Forte del sostegno di Holding C Capital, guidata da Matteo Hu, la catena sta prendendo forma. Prima apertura a Venezia, nel 2016, secondo punto vendita in zona universitaria a Treviso, pochi mesi prima dello scoppio pandemia.

Marco Pani

Quest’anno sono stati inaugurati un flagship store a Padova con 140 coperti, un nuovo locale a Vicenza e il primo franchising a Firenze cui seguiranno nei primi mesi del 2024 le aperture di Trieste, Modena e Riccione. In realtà – spiega Pani – entro la fine del 2024 abbiamo già messo a business plan 10 nuove inaugurazioni”.

Un +20% di crescita media di fatturato anno su anno; 1,2 milioni  di fatturato medio a punto vendita (per un totale di quasi 5 milioni) più di 50.000 coperti serviti annualmente e 80 addetti tra dipendenti e collaboratori.

Si scrive Brunch ma si legge all day food. Non solo scrambled eggs o Benedict: “i locali Brunch Republic aprono alle 8 del mattino e chiudono a tarda sera e hanno proposte perfette per qualunque orario del pasto coprendo le esigenze di vegani e vegetariani” sentenzia Pani.