Brand, qualità, apertura ai nuovi consumatori: il futuro della “nuova” Allegrini

Tra poco più di un mese al Vinitaly per la prima volta la storica casa vinicola Allegrini si presenterà con una nuova governance e proprietà. È di pochi mesi fa infatti l’annuncio della cessione delle quote di Marilisa Allegrini – per anni immagine della cantina sui mercati – ai nipoti. “Insieme ai miei fratelli, Giovanni e Matteo, abbiamo compiuto un passo significativo acquisendo la maggioranza di Allegrini, dell’azienda commerciale di famiglia e di Tenuta Merigo” spiega Francesco Allegrini, figlio di Franco.

L’ultima società è nata per la realizzazione del nuovo centro produttivo di Fumane, dedicato alla nonna. “Oggi con i miei fratelli siamo proprietari dell’86 % delle aziende – continua Francesco – e ne siamo alla guida insieme a nostra cugina Silvia, alla quale ci lega profonda stima e che ne detiene il 14%”.

L’acquisizione, chiariscono i nuovi titolari, è l’espressione di un desiderio di evoluzione e progresso che, negli ultimi tempi, sentivano il bisogno di concretizzare. Così Francesco Allegrini illustra le strategie future.

Quali saranno le priorità della nuova Allegrini?

La motivazione principale che ci ha spinto all’acquisizione è quella di concentrare il nostro lavoro sulla qualità e di indirizzare le nostre energie verso l’innovazione e gli investimenti, ponendo al centro il vino e il territorio, come desiderava mio padre Franco. La maggioranza delle aziende è stata raggiunta, acquisendo il 43% delle quote di proprietà della zia Marilisa, con un investimento totale, tra lo sviluppo della cantina Tenuta Merigo e l’acquisizione delle quote, pari a 51 milioni.

È stata alimentata molta confusione in passato sull’esistenza di un Gruppo Allegrini: in realtà non è mai esistito, in quanto le aziende che venivano raggruppate sotto questo nome avevano proprietari diversi.

Oggi posso dire che siamo finalmente un gruppo, in quanto tutte le aziende prevedono la condivisione della stessa proprietà: io, i miei fratelli e mia cugina Silvia. Allegrini è una società agricola, che controlla 150 ettari di vigneti e con proprietà in Valpolicella Classica, solo in collina, in Valpolicella Orientale, nella zona del Lugana e del Soave.

Sempre di proprietà è l’azienda commerciale di famiglia, che oggi distribuisce i vini dei marchi di proprietà Allegrini e Corte Giara, a cui si affianca la distribuzione di vini francesi e italiani. Il ruolo di selezionatori di eccellenze, che per affinità produttive e filosofie aziendali, ci rispecchiano, è una sfida che vogliamo sviluppare ulteriormente.

Infine c’è Tenuta Merigo, su cui ci stiamo impegnando per la realizzazione di un moderno centro produttivo che si affiancherà alla nostra storica sede e contribuirà a promuovere il turismo enologico nel nostro territorio.

Allegrini è anche socia di maggioranza di Terre di Fumane, per il 28% società nata da un’idea di mio padre e di Roberto Ferrarini che conta due centri di appassimento all’avanguardia a Fumane. Attraverso Terre di Fumane, Allegrini supporta iniziative a favore della formazione giovanile, come le borse di studio con l’Università di Verona.

Infine investiamo su progetti culturali in collaborazione tra questa realtà e Guggenheim Intrapresae,

Come sarà la nuova cantina?

La creazione della nuova cantina è un passo fondamentale per l’azienda. Tenuta Merigo riprende un altro cognome di famiglia, quello della nonna paterna, e sorgerà a fianco della storica sede di Allegrini, portando a compimento il sogno di nostro padre Franco.

L’innovazione è al centro della strategia di Allegrini e la costruzione di “Tenuta Merigo” rappresenterà un passo fondamentale verso l’ottenimento di un sito produttivo efficiente e all’avanguardia, consentendoci di controllare ancora meglio ogni fase del processo produttivo con un forte focus sulla sostenibilità. Nel frattempo, mentre aspettiamo che il nuovo polo produttivo sia operativo, abbiamo affittato una cantina adiacente alla nostra attuale, dove ci concentreremo sulla produzione di Corte Giara, mentre quella di Allegrini era già al 100% gestita nella sede storica.

Questo progetto contribuirà a rimettere al centro dello sviluppo enoturistico la cultura del vino. Ci sarà un bosco didattico, con un vigneto sperimentale, ci saranno sale degustazioni polifunzionali. Ma soprattutto potremo controllare la filiera produttiva anche del nostro marchio Corte Giara, oggi dato in outsourcing e che in attesa del nuovo polo produttivo sarà comunque raggruppato sotto ad unico tetto. Tenuta Merigo si svilupperà su una superficie di 10.000 mq di cui 600 mq saranno dedicati all’ospitalità. Contiamo di triplicare in numero di visitatori, che oggi si attesta a una media di 20.000/anno

Quali sono ad oggi i “numeri” di Allegrini?

Da prima dell’acquisizione a ora, il nostro patrimonio vitivinicolo è sostanzialmente rimasto intatto 150 ettari che anzi, per essere precisi, è destinato ad aumentare con l’aggiunta di tre ettari di vigneto appena piantati a Fumane e 10 ettari presi nella Valpolicella Orientale.

I vigneti in Valpolicella Classica, sono stati selezionati tra i migliori dal punto di vista qualitativo, concentrandoci sulla filosofia agronomica disegnata da mio padre, mio zio Walter e prima ancora da mio nonno: prediligere i vigneti situati in collina. Oggi Allegrini, in Valpolicella Classica, ha solo vigneti in collina.

Il fatturato 2023 è di 28,8 milioni, con 3 milioni di bottiglie prodotte. Siamo presenti in circa 90 paesi, le vendite sono concentrate al 70% sui mercati esteri.

Quale considerate la principale “eredità” di vostro padre?

L’eredità più preziosa lasciata da nostro padre, Franco Allegrini, è stata la sua incessante ricerca di qualità e innovazione nella produzione, che ha guidato tutte le sue decisioni. Due esempi tangibili di questo impegno sono la creazione del centro di appassimento “Terre di Fumane”, riconosciuto come il più innovativo in Valpolicella, di cui Allegrini è socio di maggioranza.

Questa iniziativa è stata fortemente voluta da nostro padre, che ha sempre desiderato rendere il centro disponibile all’intera comunità. Un altro esempio significativo è il cambiamento nella nostra produzione, che oggi rappresenta una caratteristica distintiva: la decisione di investire nei vigneti di collina, avviata con l’acquisizione de La Grola e La Poja. Questo cambiamento è stato motivato dalla coraggiosa intuizione che la viticoltura in collina offrisse una serie di vantaggi, oltre che un livello qualitativo migliore. Grazie a lui, oggi possiamo affermare con orgoglio che Allegrini si dedica esclusivamente alla viticoltura di collina.

Su quali strategie di mercato intendete concentrarvi? Nuovi prodotti indirizzati ai giovani consumatori? Continuerete a puntare sui vini rossi?

Per quanto riguarda Allegrini, la strategia aziendale si concentrerà sulla premiumizzazione del brand. Faremo anche meno volumi, ma svilupperemo ancora di più la parte dei fine wines, consolidando e promuovendo La Poja e Fieramonte. Stiamo sviluppando un progetto dedicato a nostro padre Franco, attraverso la selezione di una parte della produzione di Amarone Riserva e parallelamente svilupperemo un Valpolicella Superiore, a dimostrazione del nostro costante impegno per la qualità, che resta sempre al centro delle nostre priorità e della volontà di posizionale sempre di più a livello premium il brand storico di famiglia.

Inoltre Allegrini dal 2018 non è più solo grandi vini rossi, ma anche bianchi. Nasce infatti in quel periodo il nostro progetto in Lugana, che continuerà ad essere sviluppato in futuro. Continueremo inoltre a perseguire la nostra filosofia volta alla creazione di vini eleganti, ma bevibili, anche nell’Amarone, dove incontrando il gusto dell’evoluzione del palato moderno, punteremo sempre di più all’abbinamento con il cibo e all’utilizzo dell’appassimento come tecnica distintiva, ma non invasiva nel gusto.

Per quanto riguarda Corte Giara, ci stiamo impegnando per sviluppare questo marchio come una realtà indipendente, riconoscendo il suo potenziale e posizionandolo strategicamente sul mercato. Nonostante sia stato creato nel 1989, Corte Giara non è mai stato comunicato e valorizzato correttamente, spesso considerato solo come una “seconda linea” di Allegrini. Tuttavia, riteniamo che abbia un grande potenziale, essendo un vino accessibile, adatto anche ai giovani consumatori, pur mantenendo lo stile distintivo di qualità e bevibilità che caratterizza i nostri prodotti.