Il Financial Times titola: “A false alarm on red meat and cancer” e Gordon Guyatt, professore alla McMaster University in Canada spiega che l’Oms nel decretare un legame diretto tra assunzione di carni rosse e rischio di sviluppare un tumore ha come minimo sottovalutato almeno due studi che proverebbero il contrario (o che indebolirebbero la presa di posizione dell’istituzione internazionale). Questi studi hanno condotto test su una dieta con pochi grassi e alto consumo di frutta e verdura (e ovviamente scarsissima assunzione di carne) che ha coinvolto 50mila persone. Non è stato riscontrato alcun effetto correlabile allo sviluppo del cancro al colon o di altri tipi di tumore.
Guyatt spiega che l’Oms ha usato essenzialmente dati epidemiologici: cita l’esempio del fumo come causa di tumore, i fumatori hanno un rischio di contrarre il cancro al polmone 25 volte superiore ai non-fumatori. Per essere un dato efficace il rischio deve essere almeno 5 volte superiore. Pare invece che nel caso delle carni rosse l’Oms abbia preso la propria decisione in base a un dato statistico di rischio dell’1,18% sulla base dei soggetti testati che rapportato alla popolazione complessiva salirebbe al 4,5.
Non sono in grado ovviamente di commentare i dati riportati, mi fido della fonte autorevole. Al momento l’unico dato effettivamente certo è il calo drastico dei consumi di carne.