Fra tre giorni scopriremo chi è il nuovo re mondiale degli chef secondo 50Best, la classifica più criticata e più agognata del planeta. La mia personale previsione è che in realtà sarà un ritorno. Sugli scudi, secondo me, tornerà René Redzepi. Che è stato (abilmente?) escluso dalla lista dei Best of Best, la Hall of Fame in cui si sono placidamente accomodati tutti quelli che hanno già vinto, una o più volte.
Anche René, naturalmente, con il suo Noma ha già vinto. E non una volta sola. Ma, hanno sancito gli organizzatori del premio, è ancora eligible, in quanto il Nome è ancora Noma, ma ha cambiato indirizzo e quindi di fatto è un nuovo ristorante.
E ricordiamo che il premio formalmente va al ristorante e non allo chef. Insomma, secondo me, un escamotage in piena regola. Ma pronta ad essere smentita.
Il cambiamento delle regole ha suscitato ampio dibattito tra gli addetti ai lavori. È un modo per allargare la platea e non rischiare uno sterile gioco delle parti tra i soliti noti – sostengono alcuni – 50Best ha semplicemente aderito alle richieste dei vincitori stanchi di vivere costantemente sotto lo stress della retrocessione – controbattono altri – non è giusto cambiare premiato ogni anno se in realtà esiste un cuoco che per più di una stagione è nettamente al di sopra degli altri – è il parere dei più sportivi -.
Sia come sia il 25 a Singapore si aprono le danze (la sera prima grande festa per festeggiare i 120 anni di San Pellegrino, storico sponsor del premio). Ad applaudire i vincitori delle varie categorie una vasta platea di giornalisti, influencer e gourmet, moltissimi dei quali – intorno ai mille – contribuiscono con i loro giudizi a stilare la classifica. Una classifica che sicuramente premia creatività, qualità e tecnica dei cuochi ma che è troppo influenzata dalle attività di marketing. Non è un caso che i cuochi premiati siano anche quelli più visibili, con partecipazioni a congressi ed eventi in giro per il mondo, e anche quelli che si possono permettere di far assaggiare la propria cucina al maggior numero di votanti.
È la macchina del fine dining internazionale bellezza… Certo che lo è. Infatti basterebbe prendere 50Best per quello che è, senza pretendere di darle un valore assoluto. Peccato che incida così massicciamente sulle casse dei ristoranti. Esserci o non esserci, essere nella parte alta della classifica o no incide, eccome. Era nato come un gioco, oggi è lo Standard and Poor dell’alta cucina.
Detto questo, se non dovesse vincere il re della cucina nordica, io spero tanto che lo scettro cada nelle mani di Mauro Colagreco, il cuoco del Mirazur di Mentone. Attualmente al terzo gradino del podio.
Ps: Uscito di scena Bottura che è nella Hall of Fame, nei primi 50 di italiani dovrebbero restare Enrico Crippa e Massimiliano Alajmo. Il bravissimo Niko Romito è stato fatto retrocedere al 51 posto, sono nella seconda parte della classifica (che quest’anno in onore le genetliaco Sanpellegriniano arriva a 120) Mauro Uliassi, Riccardo Camanini, Luca Fantini (di stanza a Tokyo), e Norbet Niederkofler (evviva). Rispettivamente al 61mo, 78mo, 107mo, 116mo posto.