Un burger bar. Il più celebre, creativo , avanguardista ristorante del mondo si trasforma (per quanto?) in una hamburgeria. Effetto Covid. Anche sul Noma.
Lo ha annunciato lo stesso patron René Redzepi sul suo profilo Instagram. Sotto alla foto di un succulento hamburger ha scritto: “Che tempi pazzi e incerti. Copenhagen riapre i suoi ristoranti. E anche Noma riapre. Ma prima di riaprire il Noma come lo conosciamo lo trasformeremo in un wine&burger bar, dove si entrerà senza prenotazioni”. Un bel salto. Ma che dà l’idea della capacità del cuoco danese di origini albanesi di reinventarsi e adattarsi alle esigenze del momento con estrema duttilità.
E quindi burger, anche vegane, e un bicchiere di vino o una birra. In totale informalità. Nella prima fase di riapertura – scrive Redzepi – “vogliamo essere aperti per tutti”. Con prezzi decisamente abbordabili, dai 23 ai 30 euro.
È quasi certamente solo una fase temporanea. Che partirà giovedì prossimo. Poi il più celebre ristorante al mondo tornerà alle sue spinte sperimentazioni.
Ma ancora una volta Redzepi ha aperto la strada. Lo aveva fatto diciassette anni fa con l’apertura di Noma, ponendo le basi per quello che diventerà il manifesto della Nuova Cucina Nordica. Un movimento destinato a generare una realtà economica di enorme importanza per la Danimarca, grazie a governi lungimiranti che sulla ristorazione hanno saputo investire attirando clienti e turisti da tutto il mondo.
Quel che dovrebbe fare – e finora non ha fatto – l’Italia. Dove molti ristoranti nemmeno apriranno lunedì. Fino all’ultimo sono rimasti in bilico, ritenendo impossibile un equilibrio economico se si fossero formalizzate le linee guida di sicurezza stilate da Inail e task force varie (dove, c’è da scommetterci, i rappresentanti della categoria non sono mai stati consultati). Quel che emerge dall’accordo finale con le Regioni su cui si costruirà il decreto legge sembra un allentamento dei criteri molto restrittivi fatti filtrare in precedenza.
Ma per molti saranno ancora comunque condizioni inapplicabili.
In tempo di pandemia è difficile coniugare economia e salute. Hanno entrambe le proprie irrinunciabili ragioni.
Eppure ripartire si dovrà. E servirà un colpo d’ala. Anche a chi non ha l’agilità, il tempismo e l’audacia del cuoco che ha reso gourmet muschi, bacche e licheni.