Il capostipite Michele non ha mai concesso un'intervista. Girano solo racconti un po' mitologici sul suo stile di lavoro e sui modi di espressione della sua squillante genialità. Avendo un padre che ha lavorato tutta la vita in Ferrero e si sente anche lui, a modo suo, parte della "famiglia", di storie e aneddoti ne avrei da raccontare. Ma io stessa mi sento vincolata al riserbo e in qualche modo legata all'avventura imprenditoriale di questa famiglia tenacemente ancorata alle proprie radici seppure viva da anni fuori dall'Italia. Anche se non posso fare a meno di ricordare le "missioni" di Michele Ferrero tra gli scaffali dei supermercati in qualsiasi angolo di mondo si trovasse…
Il più "internazionale" è senza dubbio Giovanni, l'unico figlio rimasto a Michele e alla moglie Franca dopo la tragica scomparsa dell'altro figlio Pietro. A Giovanni è toccato in sorte di vivere un po' la vita di un altro. Non era lui il predestinato alla successione, seppure già impegnato in azienda. E' un uomo colto, ama scrivere, ha pubblicato qualche volume. Ma oggi è interamente calato nel nuovo ruolo. E' lui il frontman della multinazionale dolciaria e ha preso le redini dell'azienda (anche se Michele, pur in età avanzatissima, non fa mancare consigli e sollecitazioni).
Giovanni Ferrero ha rilasciato un'intervista al Wall Sreet Journal ribadendo un paio di cosette. L'azienda non è in vendita. Non andrà in Borsa. Continuerà la sua crescita interna, spingendo sui mercati asiatici e sugli Stati Uniti. Per far concorrenza a giganti del settore come Mars e Hershey. "Ogni giorno siamo sempre piu' fiduciosi di raggiungere quel traguardo – ha detto al quotidiano americano – e una volta raggiunto quell'obiettivo non ci saranno più' problemi relativi alla nostra dimensione rispetto ai nostri concorrenti".
Ferrero è una grande vetrina del made in Italy. Il gruppo per quest'anno stima di raggiungere un fatturato di 8 miliardi di euro, con migliaia di dipendenti in giro per il mondo. "Non siamo interessati a massimizzare i ricavi nel breve termine, come tutti gli altri, ha spiegato Giovanni. Se fossimo quotati, saremmo sotto pressione per produrre dividendi e utili".
Per me restano dei campioni. E poi in fondo a chi non piace la Nutella?