Montalcino, dopo i brasiliani arriveranno russi e cinesi?

La notizia più ghiotta é di qualche giorno fa. Un gruppo di imprenditori brasiliani ha acquisito la tenuta Argiano (52 ettari vitati, 340mila bottiglie prodotte di cui 110mila di Brunello) per una cifra che non é stata comunicata ma che i bene informati reputano intorno ai 40 milioni di euro. Del resto su queste colline il valore immobiliare dei terreni si aggira sui 300-400mila euro a ettaro.

A vendere é stata la famiglia Marone Cinzano, la signora Noemi ormai passa gran parte del suo tempo in Patagonia e conosce molti imprenditori sudamericani. A comprare – secondo quanto emerge dalle visure camerali – é stata la società André Santos Esteves Spa, omonima dell’imprenditore brasiliano che circa un anno fa é stato multato dalla Consob per insider trading in merito all’acquisto di azioni Cremonini nel 2007. Non sono i primi stranieri a innamorarsi del Brunello. Primi tra tutti gli Italo-americani Mariani che, grazie alla collaborazione di Ezio Rivella, hanno fatto di Castello Banfi l’ambasciatore del Brunello nel mondo. Poi é stata la volta dell’ex presidente di Time Warner, Richard Parsons e di Ernesto Bertarelli, ex proprietario della azienda farmaceutica Serono e vincitore con Alinghi della Coppa America. Circa un anno fa la tenuta Oliveto é andata ad un fondo panamense.

Per il momento, a differenza che in Francia, qui non c’è stata ancora alcuna acquisizione da parte di cinesi ma potrebbe essere questione di poco e anche i russi sembrano mostrare interesse. Ufficialmente non ci sono tenute in vendita ma secondo Alessandro Regoli, Montalcinese doc oltre che fondatore con Irene Chiari del più accreditato sito italiano di notizie sul mondo vinicolo (Winenews), “qualcosa potrebbe ancora muoversi, del resto tutti i territori del vino italiani stanno attraendo investitori stranieri, in Chianti lo scorso anno c’è stato un grosso investimento russo e molti stranieri guardano anche al Piemonte”.

Intanto il Brunello continua la sua corsa impetuosa sui mercati esteri. Gli Stati Uniti coprono il 25% delle vendite estere, con oltre 2 milioni di bottiglie e volumi raddoppiati negli ultimi cinque anni. In tutto a Montalcino si producono 9,2 milioni di bottiglie di Brunello e 4,5 milioni di bottiglie di Rosso. Il giro d’affari dei produttori di Brunello é stato lo scorso anno di 167 milioni, contro i 163 dell’anno precedente.

In questi giorni master of wine ed esperti hanno degustato 3 annate del Brunello 2008, Riserva 2007 e Rosso 2011 ed é stata annunciata la valutazione della vendemmia 2012 che dovrebbe essere strepitosa, perché ha ottenuto cinque stelle, il massimo. Oggi c’è stata anche la posa della tradizionale “piastrella” dedicata alla vendemmia di Montalcino 2012. Quest’anno é stata firmata da Luca Caprai, patron del marchio Cruciani. La griffe umbra dei tessuti (del gruppo Caprai) ha omaggiato il Brunello di Montalcino con un grappolo d’uva, i cui chicchi hanno il logo dei braccialettini in macramè di Cruciani, diventati una case history di successo mondiale, con oltre 8 milioni di pezzi venduti. Il fratello di Caprai, Marco, produttore di vino e alfiere della rinascita del Sagrantino di Montefalco, ha brindato. Con Brunello naturalmente.

 

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  • carl |

    Cara Sig.ra Fernanda quasi una “Montalcineide”..:o)
    Russi e cinesi? Certo, non è escluso che a qualchc russo e a qualche cinese venga, prima o poi, l’idea di proporre degli eurovini alla % di loro compatrioti solvibili..

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