Festa a Vico, dai piatti degli chef stellati (e stellari) centomila euro per l’ospedale dei bambini

Mangiare a fin di bene. È quello che hanno fatto le migliaia di persone che hanno partecipato anche quest’anno alla Festa a Vico, organizzata dallo chef della Torre del Saracino Gennaro Esposito. Centinaia di cuochi sono arrivati da tutta Italia per altre giorni sulla costiera sorrentina. Hanno cucinato dentro ai negozi di Vico Equense e negli stabilimenti balneari di Marina di Seiano, nella nuova formula del festa che ha avuto il merito di coinvolgere e avvolgere la città. Domenica sera in una Vico piena di gente (e congestionata dalla processione del parroco) le porte di fioristi, librerie e parrucchieri si sono aperte per accogliere i giovani chef che hanno proposto i loro piatti in quella che è diventata la processione laica dei gurmettari.

Ieri sera è stata la volta di Seiano dove il cibo di strada è stato celebrato dai migliori cuochi del Paese, uno tra tutti il tristellato Chicco Cerea che ha grigliato centinaia di salamelle. Molti sono accorsi per ascoltare il concerto di Nicola Piovani e sono stati premiati dopo l’ultima nota da un trionfo di pasticceria: bomboloni, castagne, gelati creme e biscotti.

Lo scopo era importante: raccogliere fondi per due presidi ospedalieri campani che curano i bambini. Gennaro Esposito stamattina è stato fiero di annunciare che sono stati già raccolti 100mila euro. E manca ancora la serata clou di stasera quando i superchef si esibiranno sotto le pergole del Bikini, lo stabilimento balneare più bello di questo scorcio di costa.

Naturalmente tra un assaggio e l’altro si è parlato della situazione non facile della ristorazione italiana, che subisce come ogni altro settore, i morsi della crisi. Non sono mancate ironie e frecciatine sulla scivolata del sottosegretario ai Beni culturali Borletti Buitoni, appassionata di tagliatelle al sugo di lepre (qui non se ne sono viste) e scettica sul l’alta cucina italiana. Era presente la prima sera invece la sottosegretaria (renziana) al Turismo, che ha promesso interventi, incurante dei commenti di chi scommetteva sulla durata del governo Letta. Tutti hanno sottolineato il ruolo di voláno della buona ristorazione, che attira turisti e alimenta un indotto virtuoso sul territorio. Un uomo di comunicazione ha centrato il problema ricordando che quel che si deve fare è “marketing dell’amore”, saper risvegliare e parlare alle emozioni delle persone, che sono l’unica leva in grado di cambiare davvero le cose. Fulvio Zendrini ha ragione, così come ha mille volte ragione lo chef Vittorio Fusari. “Dobbiamo capire che il modo in cui spendiamo fa la differenza – ha detto – se cominciamo a premiare i produttori virtuosi, l’agricoltura sostenibile, facciamo bene anche a noi stessi”.

 

  • carl |

    Le erogazioni per fini meritevoli sono sicuramente sempre utili. Quanto ai “volani” in un’economia di mercato più ce ne sono (di funzionanti..) e meglio è, altrimenti il mercato spiralmente scema..
    Un concetto elementare che però in questi ultimi anni non è sembrato essere ovvio.

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