Vendemmia troppo difficile, Krug non produrrà il 2012. Ma l’assemblaggio era stato deciso (e io a Reims l’avevo assaggiato)

KrugQuest'anno Krug non produrrà la cuvée. Lo ha annunciato lo chef de cave Eric Lebel, alla guida dell'équipe enologica con il più alto tasso di quote rosa al mondo, spiegando che il blend confluirà nella riserva utilizzata per creare le prossime Grande Cuvée.
Peccato. Sarebbe stata la prima volta che avrei potuto vantarmi (ok, immeritatamente) di aver partecipato alla composizione dell'assemblaggio finale. Quello che, passata la teoria di selezioni e dibattiti in cantina, sarebbe finito a riposare in bottiglia per uscire trionfante sul mercato tra otto anni. Quando in maggio eravamo stati accolti a Reims sembrava ancora tutto possibile. In effetti Lebel aveva avvertito: la vendemmia 2012 era stata difficile: le bizzarrie del clima avevano ridotto i volumi del 25% e gli appezzamenti si erano dimostrati molto eterogenei, con gradi di maturazione anche molto diversi all'interno di una stessa vigna, obbligando ad allungare i tempi della vendemmia. "Tremila grappoli per ettaro – aveva spiegato Lebel – ne abbiamo persi molti".
Ma quando ci siamo seduti ai tavolini per le degustazioni, in cuor suo ognuno di noi era sicuro di assaggiare alla fine il blend designato, quello che avrebbe ottenuto la benedizione finale dello chef de cave. In piccolo e in breve abbiamo ripercorso il lavoro dell'équipe, che da settembre a maggio assaggia almeno 300 diversi vini per decidere l'assemblaggio degno di entrare in una bottiglia di Krug.
Krug2Una palette di colori. La particolarità della casa di champagne fondata nel 1843 dal tedesco Joseph Krug sta proprio in questo. La maison non realizza millesimati, da 175 anni produce solo grandi cuvée. La scelta di Joseph era chiara: per garantire una reale individualità ai suoi vini la maison sarebbe andata oltre le caratteristiche delle singole vendemmie. Come scriveva lui "non puoi fare il miglior champagne se non usi le uve migliori". E non sempre sono quelle dell'ultima vendemmia. Così nelle cuvée Krug dialogano e si contaminano vini di tante annate diverse, alla ricerca dell'alchimia perfetta. Come scegliere da una palette di colori.

Le riserve dal fiocco nero. Il perfezionista Joseph (sposato con una britannica, rimandava al mittente le lettere del figlio Paul spedito nel paese d'origine della moglie se non erano scritte in inglese perfetto) aveva pensato subito a creare una riserva dei vini migliori, da poter utilizzare negli anni per arricchire e potenziare le cuvée. Oggi i vini, dopo aver riposato in barrique da 250 litri vecchie anche quasi cinquant'anni, vengono trasferiti in piccoli contenitori d'acciaio. Alcuni di questi contengono i vini della riserva, una sorta di "biblioteca", come ama chiamarla Lebel. Quelli con un fiocco nero contengono vini che saranno utilizzati per la prossima cuvée.
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L'ossessione per il particolare. Il buon Joseph era stato chiaro. Aveva fondato una maison che non sarebbe stata schiava delle vendemmie ma la scelta degli ingredienti della cuvée doveva essere maniacale e ossessionata dal rispetto dell'individualità delle singole uve. Per questo nelle 5mila barrique vengono conservati separatamente i singoli lotti della vendemmia, per l'ultima oltre 150.

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La degustazione. Ed eccoci di nuovo a noi. Testiamo per primi i vini di base che entreranno nell'assemblaggio: Chardonnay, Pinot Noir, Pinot Meunier. Lo Chardonnay, proveniente da una proprietà di 40 appezzamenti é stato chirurgicamente selezionato da sole 6 particelle ed è del 2006. Per arrivare a questa selezione ristretta, Lebel e i suoi ne hanno assaggiati più di settanta. Si prosegue con i due Pinot (il Meunier di solito è considerato "rustico" ma ci spiegano che in casa Krug è amato, perché il suo essere pronto, facile da bere, porta in bocca "un'esplosione di frutta"). Due dei Pinot Noir provengono dallo stesso villaggio: da sei ettari di vigneto emergono 23 vini diversi. "Le altre case metterebbero tutto insieme – spiega lo chef de cave – noi no".
Apprendiamo che oltre ai 20 ettari di proprietà la maison conta sui conferimenti di 19mila coltivatori con alcuni dei quali il legame è lungo cinque o sei generazioni. Salvaguardia dei principi, rigore nella ricerca dei caratteri, idiosincrasia verso i facili compromessi in cantina: un patrimonio che l'esplosiva Maggie Henriquez, presidente e Ceo da quattro anni, deve coniugare con i nuovi parametri di mercato e la necessità di assecondare anche i consumatori di economie emergenti e culture lontane.
Alla fine degustiamo anche le riserve (ad oggi 150 vini) e la prova del blend 2012 che andrà sul mercato nel 2021. Siamo i primi ad assaggiarlo. È composto da 198 vini diversi di 11 diverse annate – a partire dal 1996 – e per il 42% da vini di riserva. A noi sembra perfetto. Ma Eric deve averci ripensato. Perfetto, ma non abbastanza per portare l'etichetta Krug.

  • carl |

    Se si voleva “Epater le bourgeois..!” ammetto la riuscita, anche se a dire il vero, nel mio piccolo, non sarei un vero e proprio bourgeois…:o)
    Cosa sono ? Un penseur..:o) che, tra l’altro pensa com’è variegato sto mondo e quante attività remunerate e guadagnose vi si svolgono.. Sebbene si sia e purtroppo assai lontani dal full & continuos employment, anche nei Paesi birra, whisky e viti-vinicoli..

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