A Taormina, tra terrazze, granite e il letto di Greta Garbo

Tra pochi giorni sulla baia più bella della Sicilia orientale si riverserà il mondo chiassoso e autoreferenziale del cinema italiano (e non solo). Il Taormina Film Festival non sarà forse la rassegna cinematografica più importante del pianeta, ma di certo è quella con il “set” più scenografico. Chi può rivaleggiare con un teatro greco sormontato da un vulcano acceso di fiammeggiante vitalità?

Se vi piacciono i film, il mare e avete una vena romantica l’appuntamento è imperdibile. Ancora più imperdibile la terrazza che domina Taormina, al settimo piano dell’hotel Imperiale, dove lo sguardo spazia dalla costa calabra all’Etna. La vista più sfolgorante della città. Se siete gourmet vi andrà ancora meglio, perché da questa stagione la terrazza vive anche della cucina “on the fire” di Fabio Baldassarre. Lo stellato chef abruzzese resta in vetta, abituato com’è al ventesimo piano del suo ristorante milanese Unico. A Taormina il suo ristorante in terrazza si chiama OpsoN (cibo in greco antico) e proporrà una cucina attenta alle suggestioni locali e molto estiva, con tanto pesce e verdure. Che sia per una cena a lume di candela o per un aperitivo al tramonto, una visita si impone. Magari dopo un tuffo nella piscina dell’albergo, molto suggestiva e dal gusto vagamente hollywoodiano (nella hall, alzando lo sguardo si intravedono le sagome dei bagnanti).

Se vi dimostrerete curiosi e innamorati della città – difficile non esserlo – il direttore dell’Imperiale Giacomo Battafarano vi porterà a scoprire un tesoro nascosto. Si chiama Casa Cuseni, solo qualche centinaio di metri piu su dell’albergo. Entrare nel giardino lussureggiante, costruito a terrazze su tre grandi pozzi greci e colmo di significati esoterici, riporta d’un colpo agli albori del Novecento, quando l’eccentrico ereditiere inglese Robert Hawthorn Kitson fece della propria dimora un cenacolo di artisti. Oggi la casa è un museo ricco di opere straordinarie e tutto è rimasto come un tempo, il letto dove dormiva Greta Garbo e le poltrone dove sedevano Pablo Picasso e Bertrand Russell.

 

Atmosfere magiche e seducenti. Da cui risvegliarsi con una sosta al Bam Bar, l’unico titolato a parlare di granite. Saretto, che ha trasformato nell’indirizzo di culto della città il vecchio negozio di famiglia di materiale elettrico, ha il consiglio giusto per tutti: il mio, banale, è di non partire senza aver assaggiato quella ai gelsi.

 

  • carl |

    Elegante quel tocco para-culturale dell’OPSON..Pare che i latini tendessero a scimmiottare il greco (donde OBSON, OBSONATOR, OBSONATORES..:o) al pari, se non di più, dell’attuale tendenza ad un crescente uso di anglicismi..:o)
    Comunque, ed ecco una conclusione terra-terra.. anche riempiendosi di anglicismi l’appetito, la fame rimangono intatti..:o)

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