Perché la Tonnara di Favignana dovrebbe essere patrimonio dell’umanità

Le isole Egadi, tre perle del mediterraneo al largo di Trapani, non hanno bisogno di promozione. Natura incontaminata, un’area marina protetta tra le più estese del mondo, mare trasparente, buon cibo (anche se qui si può ancora migliorare). Destinazione marina perfetta.

Ma ci sono altri motivi per salire sull’aliscafo da Trapani e raggiungere la dolce Favignana, la piccola Levanzo e la più arcigna Marettimo. Storia, cultura e tradizioni. Sul porto di Favignana si affaccia il vecchio stabilimento Florio per la lavorazione del tonno sott’olio, riportato agli antichi fasti da una ristrutturazione attenta. Un esempio di imprenditoria lungimirante alla fine dell’800, quando la famiglia Florio fece costruire il grande edificio e razionalizzò le lavorazioni del pesce da parte dei pescatori isolani. La famiglia genovese Parodi, che è succeduta ai Florio, aveva persino fatto costruire un asilo interno per facilitare le lavoratrici addette all’inscatolamento. Oggi lo stabilimento della Tonnara è adibito a museo ma sono allo studio ulteriori possibili utilizzi.

Anche per parlare di questo, riparte la Settimana delle Egadi, un felice appuntamento di alcuni decenni fa che, ai tempi, riuscì a promuovere e ottenere listituzione dell’area marina protetta.

Questo fine settimana la “Nuova Settimana delle Egadi” proporrà una serie di iniziative culturali dedicate alla ricchezze delle tre isole (oltre al patrimonio artistico e architettonico, biodiversità e fauna marina, archeologia subacquea) e proporrà, tra l’altro, il riconoscimento dello stabilimento Florio, raro esempio al sud di pregevole architettura industriale, come patrimonio mondiale dell’umanità. Il progetto prevede l’utilizzo di alcune aree dello stabilimento e della tonnara per la costituzione di una Scuola del Mare, spazi per i pescatori occupati nella piccola pesca, laboratori per i bambini delle isole, manifatture di capperi, marmellate, erbe aromatiche, mostre, concerti…

Così come potrebbe essere valorizzata l’archeologia subacquea. Pochi sanno che in queste acque si è combattuta la prima guerra punica, che nella decisiva battaglia delle Egadi vide vittorioso l’esercito romano guidato da Lutazio Catulo grazie a un astuto utilizzo delle navi rostrate. Undici rostri sono stati recuperati grazie all’intervento dell’americana Rpm Nautical Foundation: un patrimonio di grande valore se si considera che nell’area mediterranea ne esistono solo altri tre esemplari (sparsi in tre differenti paesi) e che andrebbe meglio valorizzato.

Di tutto questo si discuterà in incontri e convegni durante la tre giorni della Nuova Settimana delle Egadi (www.settimanadelleegadi.it) che si apre domani a Favignana, ispiratrici e organizzatrici l’appassionata favignanese doc Maria Guccione e la fondatrice della romana Libreria del Mare Giulia D’Angelo.

Se andrete a Favignana approfittatene per visitare a Levanzo la Grotta del Genovese con iscrizioni preistoriche e il Castello di Punta Troia a Marettimo.

 

  • carl |

    Nel mio piccolo, nella mia insignificanza (socio-politica-economico-finanziaria..:O) proporrei invece o, diciamo, altresì.. che sia il tonno ad essere considerato “patrimonio dell’umanità”..
    In effetti, con l’aria che tira e la mega pesca che se ne continua a fare, il tonno rischia di fare la fine di tante altre specie animali, commestibili o meno che fossero..

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