Jumbo Shrimp Guide to Italian Wine: la mini-guida per far amare l’Italia del vino

Una serie di libri per raccontare il vino italiano agli appassionati di tutto il mondo. Il primo titolo, Jumbo Shrimp Guide to Italian Wine, è stato recentemente pubblicato da Positive Press ed è attualmente disponibile su Amazon per Kindle, ma è possibile averne un’anteprima audio ascoltando le puntate dedicate su Italian Wine Podcast, ogni giovedì.

La serie di  instant book è pensata per semplificare e rendere accessibile ad un largo pubblico il complesso mondo del vino italiano. Sono manuali divertenti e di facile consultazione che esplorano le regioni vinicole e le diverse varietà di vitigni, raccontando anche aneddoti legati alla cultura del vino italiano. Dopo gli effetti della pandemia Covid-19 sulla circolazione internazionale dei vini è più importante che mai rendere disponibili al più vasto pubblico internazionale possibile contenuti pertinenti e aggiornati che mettono in risalto l’ampiezza, la profondità e la qualità del vino italiano.

Jumbo Shrimp Guide to Italian Wine è stato scritto da quattro professionisti del vino (Rebecca Lawrence, Jacopo Fanciulli,Lyka Caparas e Lan Liu): la loro intenzione era quella di creare una guida di riferimento divertente e concreta, un libro in formato “portatile” utile a turisti, amanti del vino e studenti.

Il libro contiene una panoramica della storia della viticoltura italiana; un’esplorazione delle regioni vinicole d’Italia; spiegazioni su etichette e denominazioni; un utile glossario; abbinamenti enogastronomici e una sezione dedicata ai vini da provare. “La Guida è pensata per educare, ma anche divertire” spiega nell’introduzione Stevie Kim, managing director di Vinitaly International.

Il volumetto è denso di informazioni veicolate in maniera leggera. Molto divertente l’illustrazione che fornisce consigli utili sulla scelta del vino: ti piacciono i Rossi della Borgogna? Allora prova un Barolo o Barbaresco o un Etna Rosso. Ami il Madeira? Prova un Vin Santo del Chianti. Adori i Riesling della Mosella? Perché non degustare un Etna Bianco o un Timorasso?