Marianna Vitale di SUD Ristorante è la donna chef dell’anno per Michelin-Veuve Clicquot

È Marianna Vitale, del ristorante SUD, nei Campi Flegrei la chef premiata quest’anno da Michelin e Veuve Clicquot. Scelta felice. Marianna Vitale è una cuoca fuori dagli schemi in maniera naturale, senza intellettualismi e sovrastrutture. Personalità forte, sicura della propria cucina e della propria idea imprenditoriale, non sente il bisogno di affermare la propria femminilità, pur avendo ben chiare le difficoltà che una chef donna, al di là di tutto, incontra. Marianna non rivendica, è.

marianna-vitale-_-premio-michelin-chef-donna-2020-by-veuve-clicquot-_-credits-andrea-moretti-18Ha aperto il ristorante in una periferia desolata ai margini di Napoli nel 2009, con ambizioni ben definite e la carica necessaria per raggiungere gli obiettivi. I riscontri sono stati immediati. Vari riconoscimenti della critica e la prima stella Michelin in un batter d’occhio. Classe 1980, è nata a Porta Capuana, nel cuore oscuro di Napoli. “Nessun trauma però – racconta – quella era la normalità, e con la normalità ci convivi per definizione. Impari a stare attento”. Una laurea in lingue, la passione per lo spagnolo, nessuna tradizione familiare per la cucina: ”Mia nonna non era brava a cucinare, doveva cucinare, è diverso. Cucinava sempre, tutto il giorno, ma solo per dar da mangiare a me, mio fratello, mio nonno e mio zio, perché ognuno tornava a casa ad orari diversi”.  Quindi nella sua cucina non c’è rivisitazione di un singolo ingrediente o di una ricetta di famiglia. “La cucina a Napoli è una mentalità, quindi creatività significa ripensare la tradizione”.

Creatività ancorata alla concretezza: “Non ho trenta stagisti che si svegliano alle cinque, se vado al porto ad aspettare le barche avrei già perso mezza giornata di lavoro al ristorante. Mi piacerebbe ma è irreale, devo portare avanti un’azienda con due locali (SUD Ristorante e Angelina)”.

Una imprenditrice solida e allo stesso tempo impavida. Capace di sognare e realizzare. Proprio come Barbe-Nicole Ponsardin, che a soli 27 anni prese le redini della Maison Clicquot, divenendo una delle prime donne imprenditrici dell’epoca moderna. Non a caso Veuve Clicquot dal 2016, con il progetto italiano Atelier des Grandes Dames, ha dato vita a un sistema virtuoso per sostenere il talento femminile nell’alta ristorazione. Un’iniziativa ancor più necessaria ora, dopo lo tsunami Covid. “In un 2020 segnato da drammatici avvenimenti su scala globale, interrogarsi sulla parità di genere ha un senso ancora più attuale – rileva la Maison -: sono le donne che hanno subito maggiormente gli effetti del lockdown con la conseguente chiusura delle scuole e l’impossibilità di servirsi della rete sociale e di aiuti esterni alla famiglia. E saranno le donne a essere maggiormente penalizzate dalla crisi che si configura all’orizzonte”.

Photo credit: Andrea Moretti