Giulio Ferrari Collezione 2001, 19 anni d’affinamento per una super bollicina gastronomica

Ormai è un bel po’ che le bollicine italiane hanno perso l’eccesso di deferenza verso i blasonati pérlage d’Oltralpe. Sicuramente in questo lungo percorso di autovalorizzazione un merito particolare va alla famiglia Lunelli, che è riuscita a portare ai vertici dell’enologia mondiale le bollicine di montagna.

Alessandro, Camilla, Matteo e Marcello Lunelli

Alessandro, Camilla, Matteo e Marcello Lunelli

Il Giulio Ferrari (“il Giulio” come ormai viene definito familiarmente tra appassionati e addetti al lavori) è l’espressione massima del grande balzo in qualità compiuto dalle nostre etichette. Soprattutto nella sua forma più autorevole, il Giulio Ferrari Collezione, che rende estrema a sfida con il tempo. Ad avviarla, nel 1972, era stato Mauro Lunelli, convinto che le bollicine di montagna Trentodoc potessero esprimere una straordinaria longevità, acquisendo nel tempo complessità senza nulla perdere in freschezza e finezza. Decise quindi di dilatare l’affinamento sui lieviti per qualche annata speciale, destinata a rimanere sui lieviti per almeno 18 anni. Prima e unica bollicina in Italia a farlo. Si iniziò con la vendemmia 1995. Poi fu la volta del 1997. La terza annata giudicata in grado di esprimersi al meglio con un invecchiamento così lungo è stata il 2001.

giulio_ferrari_collezione_2001__trentodoc_0_75_particolare-etichettaE proprio ieri si sono stappate le prime bottiglie del Giulio Ferrari Collezione 2001, emerso da 19 anni di tranquillo riposo. Uno Chardonnay in purezza, che nasce da un vigneto unico quale quello di Maso Pianizza, posto in alta quota e interamente circondato da boschi.

Maso Pianizza – ha ricordato Matteo Lunelli al gruppo di fortunati chiamati a degustare – è simbolo di quella viticoltura di montagna di cui Giulio Ferrari intuì oltre un secolo fa il potenziale per la creazione di un Metodo Classico di grande eleganza.  Il Giulio Ferrari Collezione 2001 ne è una dimostrazione, spettacolare “bollicina gastronomica” che spazia dagli aromi salini alla frutta a polpa gialla come la pesca e l’ananas, a ricordi di caramella d’orzo, fino a tocchi delicatamente speziati di zenzero e cardamomo, se lasciato più a lungo nel calice. Perfetto abbinamento per i piatti (due creati appositamente per la serata) di un Andrea Berton in grandissimo spolvero.

Un’accoppiata vincente in una cena a “massimo distanziamento” in cui, almeno per un paio d’ore, si è riusciti a dimenticare l’ansia pervasiva di un periodo dove un solo argomento domina le conversazioni e i pensieri. Quasi a confermarlo, Paolo Marchi, seduto accanto a me,  spiegava la sofferta decisione di rendere solo “virtuale” l’appuntamento di Identità golose. Ma ieri tutto era autentico e concreto: la gioia di ritrovarsi, l’accoglienza calda di Matteo, Camilla e Alessandro Lunelli, l’ospitalità attenta dello chef, la delizia delle bollicine che ballavano nel bicchiere.

Il Giulio Ferrari Collezione è stato prodotto in soli 2001 esemplari numerati, dedicati alle migliori enoteche e alla migliore ristorazione, e il suo acquisto dà l’accesso all’esclusivo Club dei Collezionisti Giulio Ferrari che offre ai soci una serie di esperienze e privilegi speciali. Per la prima volta con l’annata 2001, il Giulio Ferrari Collezione sarà disponibile anche in formato magnum.