Veuve Clicquot celebra il rosé con un millesimato vestito d’artista

Si avvicina l’8 marzo. Quale modo migliore di festeggiarlo (anche se, a guardarsi intorno, c’è poco da festeggiare) che brindare con bollicine rosé? Meglio ancora se queste sono le bolle della maison dove proprio una donna fu l’inventrice del primo champagne Rosé per assemblaggio della storia. Si parla naturalmente della mitica Madame Clicquot, che nel 1818 sfidò i metodi convenzionali assemblando ai suoi vini bianchi il rosso proveniente dall’amata Parcelle di “Clos Colin”.

Prima della pionieristica innovazione di Madame la tonalità rosa degli altri champagne Rosé era un “rosé de teinte”, che si otteneva con un’infusione di vino bianco, sambuco e uva nera.

Madame Clicquot era attratta da quel rosa, ma anche determinata a individuare un metodo alternativo per ottenere la stessa tonalità, senza compromettere la qualità del suo champagne. Così nacque l’idea di assemblare il suo vino rosso di Bouzy con i vini bianchi. Questo delicato blend arricchì il Millesimato e segnò la creazione della tecnica dello champagne Rosé per assemblaggio. 

Oggi come allora la Maison celebra questa intuizione. La Grande Dame Rosé 2015 ne è l’ultima testimonianza. Il Millesimato, con il suo assemblaggio di Pinot Noir al 90% e di Chardonnay al 10%, è completato con un 13% di Pinot Noir proveniente della storica Parcelle di “Clos Colin”. «La Grande Dame Rosé 2015 rappresenta l’essenza di Madame Clicquot: la perfetta espressione della sua forza d’animo, della sua energia, creatività e, soprattutto, del suo amore per il Pinot Noir» afferma Didier Mariotti, chef de caves Veuve Clicquot.

 

Il Pinot Noir, sottolinea Mariotti, apporta lo “spirito della verticalità”. Come era solita affermare Madame Clicquot: “Le nostre uve nere donano i più raffinati vini bianchi”.

La nuova Cuvée di Veuve Clicquot, frutto di un’annata assolata, riceve  profondità e carattere dal Pinot Noir. Oggi la ricerca sul microclima e sul terreno del vigneto di Bouzy conferma ciò che Madame Clicquot istintivamente aveva compreso: i pendii soleggiati e la particolare natura sabbiosa e silicea del suolo (diversa dal terroir prevalentemente calcareo che si trova nelle altre zone della Champagne) garantiscono un eccellente drenaggio. Le viti rivelano resilienza e adattamento alle condizioni secche e producono uve caratterizzate da tannini finemente strutturati. 

Per celebrare l’uscita di questo rosé per la prima volta nella sua storia Veuve Clicquot ha affidato ad un’artista, l’italiana Paola Paronetto, il design del coffret. L’artista tra le 97 tonalità della sua palette ha scelto la tinta “pesca chiaro”:  «Ho scelto il “pesca chiaro” per il suo carattere delicato ma anche vivace, un rosa tenue che cattura ad arte l’essenza precisa e strutturata della Cuvée. Con una punta di giallo al centro, entra allegramente a far parte della famiglia “La Grande Dame”».

Veuve Clicquot si associa all’impegno di Paola Paronetto per l’utilizzo di materiali riciclabili e sostenibili con un coffret “eco-efficiente”, realizzato in Francia con il 60% di canapa, il 20% di cotone e il 20% di fibra di cellulosa certificata FSC.