Indipendenza scozzese: più della politica potrà la sporta della spesa?

Quando saranno chiamati a decidere sull’indipendenza della loro terra l’anno prossimo, i cittadini scozzesi dovranno pesare sulla bilancia da un lato radici, senso di appartenenza, ideali politici e dall’altro il portafoglio. La minaccia, nemmeno tanto velata, è arrivata in questi giorni da Londra, che ovviamente non vede di buon occhio le mire autonomistiche dei cugini amati-odiati. E quindi ha fatto filtrare le intenzioni dei manager delle grandi catene distributive, che avvertono: se al referendum vincerà il si, saremo costretti ad aumentare i prezzi dei prodotti alimentari negli store “oltre confine”.

I costi di distribuzione in Scozia sono molto più alti che nel resto del paese, dicono sia Tesco che Sainsbury, due delle principali catene, oggi vengono spalmati sui costi totali ma se la Scozia diventerà in paese straniero verrà trattata come il resto dei mercati internazionali. I rappresentanti delle forze autonomiste scozzesi hanno reagito promettendo di intervenire sui piani tariffari e sulle tasse societarie.

E i cittadini? Dovranno capire dove va il cuore e se sono disposti a pagare un po’ di più pane e latte in nome della Scottish Freedom.