Zaia vuole “brevettare” il tiramisù: è nato a Treviso

Se alla pizza è stata riconosciuta la denominazione Stg (Specialità territoriale garantita) perché lo stesso non deve valere per il Tiramisù, inventato all'inizio degli anni Sessanta da una ristoratrice di Treviso? Il ragionamento del governatore Zaia non fa una grinza e la Regione Veneto si attiverà per ottenere il riconoscimento. In effetti quanto a popolarità planetaria i due cibi se la giocano. E, come per la pizza, anche il dolce al cucchiaio più amato dai golosi a tutte le latitudini viene bistrattato dalle versioni più improbabili.

CampeolIl (golosissimo) Zaia ha annunciato oggi ufficialmente l'iniziativa, ricordando che il dolce è nato proprio al centro della sua città d'origine, Treviso, ad opera di una ristoratrice e del suo chef. Ada Campeol, proprietaria del ristorante Alle Beccherie, e il cuoco Roberto Linguanotto idearono il Tiramisù non per proporlo ai clienti ma per fornire un alimento super-energetico alla ristoratrice, che al tempo stava allattando il primogenito. Qui la ricetta autentica.

Da allora il dolce è esploso, in formati e versioni che non rendono giustizia alla ricetta originale. Per questo, rincara la dose il governatore, è necessario mettere un punto fermo. C'è da scommettere che ci riuscirà. Non a caso il riconoscimento alla Pizza napoletana stg porta la sua firma. Di quando era ministro delle Politiche agricole.

  • Alessandro Baylon |

    Parlando di cibo penso che faccia parte della cultura di un posto! Penso che il tiramisù sia piemontese, ma penso anche che non si possa fare “guerra” per un piatto, tantomeno fra due regione della stessa nazione! Comunque se volete leggere un’articolo di parte http://www.uncuocoontheroad.it/il-governatore-del-veneto-vuole-il-tiramisu/

  • GIANNI GORGA |

    CHI VI SCRIVE E’ LA CASA DEL TIRAMISU’, AZIENDA PRODUTTRICE ESCLUSIVA DI QUESTO FANTASTICO DOLCE.
    SECONDO NOI, TUTTA QUESTA DIATRIBA CHE STA NASCENDO NEL DARE LA PATRIA POTESTA’ A QUESTO DOLCE NON SERVE ANCHE PERCHE’ LA COSA CHE PIU’ IMPORTA E’ CHE SIA DI FATTURA INTERAMENTE ITALIANA, CREATO CON MATERIE PRIME ITALIANE.
    QUESTO LO RENDE UN DOLCE ITALIANO, IL NOSTRO DOLCE SENZA DOVERLO PER FORZA FAR NASCERE AL CENTRO, AL NORD O AL SUD ITALIA. TUTTI ORMAI LO FANNO E TUTTI POSSONO ESSERE CONSIDERATI UN PO’ PADRI DI QUESTO DOLCE.

  • leopoldo |

    I golosi sono molto più fortunati degli astrofisici.
    Questi ultimi, tapini, per capire come era l’universo una volta devono lambiccarsi il cervello e sperare che queste storie tipo il Big Bang siano almeno in parte giuste ….
    Il/la goloso/a invece la prossima volta che va a Venezia può passare dal Dal Mas, in Lista di Spagna, o Tonolo, Dorsoduro e assaggiare la crema veneziana (zabaione a carnevale) coi baicoli, la nonna del vero tiramisù (per decidere il migliore fra i due provateli entrambi ;D )

  • carl |

    Beh, ad essere imparziali e con l’epidemia di obesità (financo infantile..!!E nonostante la “crisi”..) che c’è in giro.. tra le due alternative la palma andrebbe alla pizza (quella più semplice, la margherita ad es.) piatto archetipico della dieta mediterranea..:o) No?
    Altro che l’ipercalorico “tiramisù”.. che quel che finisce per tirare sù è il peso…:o)

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